Corruzione e truffa in Sicilia, divieto di dimora per 7 dirigenti della “Liberty Lines”: c’è anche un nocerino
I finanzieri del Comando Provinciale Trapani hanno eseguito un’ordinanza emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Trapani nei confronti di sette membri apicali della governance della nota società armatoriale Liberty Lines S.p.A., tutti destinatari sia della misura cautelare coercitiva del divieto di dimora nei comuni di Trapani e Milazzo sia di quella interdittiva del divieto temporaneo di esercitare uffici direttivi di imprese e persone giuridiche, a vario titolo indagati per i reati di truffa ai danni dello stato, corruzione e frode nell’esecuzione di un servizio pubblico. Tra gli indagati figura anche un 66enne, A.F, di Nocera Inferiore, al vertice della compagnia, ritenuto dagli inquirenti parte del sistema finita sotto accusa dalla Procura trapanese. Secondo l’ipotesi investigativa, insieme ad altri dirigenti avrebbe avuto un ruolo nelle presunte irregolarità relative allo stato degli aliscafi e alla rendicontazione delle attività richieste dai contratti pubblici. Con la stessa ordinanza il Gip ha disposto il sequestro preventivo delle quote sociali e del compendio aziendale, comprendente terreni, fabbricati, impianti, macchinari, imbarcazioni, automezzi, crediti e disponibilità liquide, per un valore complessivo stimato in circa 184 milioni di euro. Questi beni erano già sottoposti a vincolo ablativo con decreto della Procura di Trapani il 18 novembre 2025. L’indagine ha rivelato un presunto sistema fraudolento finalizzato a ottenere erogazioni illecite da enti pubblici, attraverso la mancata osservanza delle clausole contrattuali e dei protocolli di sicurezza previsti da convenzioni ministeriali. Nonostante le misure cautelari, l’operatività di Liberty Lines continuerà sotto la supervisione di un collegio di amministratori giudiziari – due dottori commercialisti e un avvocato – nominato per assicurare continuità del servizio pubblico, collegamenti con le isole minori e tutela dei posti di lavoro. L’attività rientra nelle indagini preliminari, e resta valida la presunzione di innocenza in attesa di giudizio definitivo.





